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Creare monete regionali per affrontare la crisi globale

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Creare monete regionali per affrontare la crisi globale

di Bernard Lietaer* (Traduzione italiana a cura del Centro Studi Monetari)
Originale: CRÉER DES MONNAIES RÉGIONALES POUR TRAITER LA CRISE GLOBALE

* Research Fellow all’università della California, a Berkeley - Ex alto funzionario della Banca Nazionale
del Belgio - Architetto monetario che ha contribuito alla creazione
dell'ECU (il predecessore dell'Euro) - Autore del libro: Monete
regionali: vie nuove verso una prosperità duratura (in francese,
edizioni Charles Léopold Mayer, 2008)


Incontro del 13 maggio 2009 organizzato in collaborazione con l'IRE (Iniziativa internazionale per Ripensare
l'Economia) e Prospective 2100


Resoconto redatto da Yves Dougin

In breve

La crisi bancaria e finanziaria è in prima pagina sui media da vari mesi. Perché è più grave delle crisi
precedenti? Qual'è la sua origine sistemica? Perché le soluzioni
convenzionali (abbassamento del tasso d'interesse, rifornimento delle
banche, rilancio keinesiano) non saranno sufficienti? Inoltre, sappiamo
che questa crisi coincide con altre sfide planetarie senza precedenti
come il cambiamento del clima, gli effetti economici dell'invecchiamento
della popolazione e il progresso tecnologico che scollega la crescita
economica e l'occupazione. Quali innovazioni monetarie sono disponibili
già da oggi per risolvere strutturalmente queste sfide e trasformare
questa crisi in una opportunità? Cosa possono fare gli stati, le imprese
ed i cittadini stessi per evitare di essere travolti nel disastro
bancario? Ecco le domande che verranno trattate durante questa serata.


Esposizione di Bernard LIETAER

La crisi che oggi sta attraversando il mondo viene trattata come attuale
quando si tratta di evocare i problemi che essa pone. Ma viene subito
messa nel dimenticatoio non appena si parla di soluzioni che
permetterebbero di risolverla in maniera duratura.

La dimensione di questa crisi assume la sua reale dimensione quando si esamina l'ampiezza e la rapidità
dell'affondamento della capitalizzazione di borsa dei più grandi gruppi
finanziari internazionali al quale ha dato luogo. Il valore borsistico
di Citigroup è così passato da 225 miliardi di dollari del secondo
trimestre 2007 a 19 miliardi del gennaio 2009. Quello della Deutsche
Bank da 76 a 10,3 miliardi... Non si era mai vista una tale simultaneità
a livello mondiale. Molteplici motivi sono stati addotti per spiegare
questo terremoto. Si parla di assenza di regolamenti, di errori
individuali o collettivi, ma mai del sistema monetario in sé stesso. La
mia tesi è che questo sistema è diventato strutturalmente fragile perché
è sistematicamente instabile. Vi propongo una metafora per illustrare
cosa intendo: immaginate una automobile che non ha freni, della quale il
volante non funziona bene, e che io vi proponga di fare un viaggio
attraversando le Alpi... Non so esattamente quando ed in che momento
succederà un incidente, ma so di sicuro che questo avverrà. E quando
questo succederà, tutti accuseranno il guidatore. Ma nessuno parla
dell'automobile che, come avrete capito, simbolizza in questa storia il
nostro sistema monetario. Questo sistema mostra dei gravi segni di
malfunzionamento ma siamo comunque disposti a rovinarci pur di cercare
di ricostruirlo tale e quale.


176 crisi monetarie in 25 anni

Ci sono state 96 crisi bancarie e 176 crisi monetarie nel corso degli ultimi m25 anni. Queste non erano
tutte dovute al problema dei subprime. L'incidente si ripete
periodicamente ma noi continuiamo a trattare ogni nuova crisi come se si
trattasse della prima. E ogni volta, il conto per riparare l'automobile
è più caro. Per la sola crisi dei subprime, Bloomberg valuta l'impatto
finanziario del salvataggio delle banche americane a 7.700 miliardi di
dollari, ovvero il 50% del PIL statunitense. Mettendo tutto ciò in
prospettiva, possiamo ricordare che il costo maggiore sostenuto nella
storia USA è stato quello del finanziamento della seconda guerra
mondiale, ovvero 288 miliardi dell'epoca. Aggiustando per il livello
d'inflazione, questo darebbe oggi circa 3.600 miliardi di dollari. Se a
questo aggiungiamo il costo dell'acquisto della Luisiana, il New Deal,
il Piano Marshall, il budget della NASA per spedire l'uomo sulla Luna,
il costo della crisi delle banche Savings and Loan tra il 1986 ed il
1996, la guerra contro la Corea ed il Vietnam, otteniamo circa 6.950
miliardi di dollari. Siamo ancora sotto rispetto a quanto è stato speso
in pochi mesi per tentare di frenare gli effetti della crisi attuale.
Siamo davvero in una situazione senza precedenti...


L'assenza di diversità nuoce all'efficacia

Le opzioni scelte per gestire queste crisi - che si trattasse di ricomprare e d'isolare gli attivi tossici o di
nazionalizzare parzialmente le banche - costituiscono delle soluzioni
puntuali che non permettono di risolverne le cause: continuiamo a
guidare la stessa automobile...

Per cercare di progredire nelle nostre riflessioni e di vedere in che misura le soluzioni sistemiche siano immaginabili, vi
propongo di cambiare punto d'osservazione e di avvicinarci ai teorici
della complessità. Il professore americano d'ecologia teorica Robert
Ulanowicz fa parte di questi teorici. Lui da 25 anni sta lavorando su
dei modelli per quantificare le reti ecologiche naturali. Il risultato
delle sue ricerche, pubblicate da due anni, mostra che la durata di una
rete complessa è misurabile e che il suo equilibrio ottimale si situa
tra l'efficienza e la resilienza, come mostrato nel grafico che segue.
Un sistema in una rete complessa non è viabile se non alla condizione
che non ci sia né troppo poca né troppa diversità ed interconnettività.




Un sistema con insufficiente diversità sarà forse molto efficace, ma diventa anche sempre più
fragile. D'altro canto, se si diversifica troppo, il sistema diventa
stagnante per mancanza d'efficacia e di direzione.


Le monete complementari, una risposta alla crisi

Possiamo ora applicare questa teoria al sistema monetario, poiché un'economia mondiale è di fatto una rete nella quale
circolano le monete ufficiali. Il livello di diversità che prevale è
debole. Tutte le monete convenzionali sono esattamente dello stesso
tipo: sono tutte create come dei debiti verso le banche. Di più: abbiamo
sempre giustificato il monopolio di una moneta unica in un paese in
nome dell'efficacia. Ed è vero: una moneta nazionale unica favorisce gli
scambi tra i cittadini di quel paese e mantiene la formazione del
prezzo più efficace in ambito nazionale. Nel 1955 l'economista Milton
Friedman ha dimostrato che il sistema monetario mondiale sarebbe più
efficace senza le varie barriere regolamentari. Egli aveva ragione
poiché dopo la deregulation il volume degli scambi finanziari
internazionali è esploso. Quello che né Friedman né alcun altro
economista poteva capire è che in questo modo abbiamo fatto diventare
terribilmente fragile il sistema mondiale, come possiamo vedere nel
grafico quando andiamo troppo verso la freccia dell'efficacia.
La soluzione dunque si trova nella diversità monetaria attraverso
l'introduzione di monete diverse dalle monete convenzionali: delle
monete locali, regionali o funzionali. Quando queste appaiono, esse
aumentano la diversità e le interconnessioni del sistema economico. Ne
diminuiscono l'efficacia ma migliorano la sua capacità di resilienza.
Queste monete permettono d'altra parte di risolvere dei problemi molto
diversi che dobbiamo affrontare oggi, a seguito della gestione delle
conseguenza economiche dell'invecchiamento della popolazione, o i
problemi dello sviluppo duraturo.

Rimettere in discussione le nostre certezze

Per meglio capire come l'introdusione delle monete complementari può
permettere di risolvere le cause sistemiche delle crisi monetarie e
finanziarie, occorre innanzitutto ritornare su due postulati di base sui
quali si appoggia l'insegnamento dell'economia. Ma che sono
sfortunatamente falsi. Il primo stipula che la moneta è uno strumento di
scambio neutro che non influenza né il tipo di transazione né
l'orizzonte o i tipi di investimento, né le relazioni tra gli
utilizzatori. La seconda ipotesi dice che "le cose vanno come vanno" e
che, di conseguenza, il sistema finanziario come noi lo conosciamo è un
fatto stabilito ed immutabile: nessuno dei corsi d'economia che ho
potuto consultare prende in considerazione l'ipotesi di un sistema
monetario differente da quello che abbiamo. Per la Comune degli
economisti, il sistema monetario (NdT: attraverso il quale sono
remunerati) non rappresenta una variabile da decidere. E' un dato di
base visto come immutabile. Nonostante ciò esistono numerose prove
empiriche e accademiche che mostrano che l'effetto del tipo di moneta
utilizzata non è neutrale né sulla transazione né sulle relazioni tra
gli utilizzatori. Aggiungerò infine che quando introduciamo delle monete
complementari, constatiamo chje lagente agisce in modo differente con
queste. Ecco un esempio: quando utilizzate le Miglia Aeree (MILES) che
vi vengono offerte dalla vostra compagnia aerea, state utilizzando una
moneta complementare che ha per scopo di orientarvi nel vostro modo di
consumare il trasporto aereo. Questa "moneta" rinforza la vostra fedeltà
al gruppo di linee aeree che la emettono. Questa moneta complementare
funziona in parallelo con le monete classiche, non è creata dalle
banche, come appunto le monete classiche, e non può essere gravata da un
tasso d'interesse. E' una moneta che non può essere usata per intenti
speculativi. Nonostante ciò, esistono nel mondo 14.000 miliardi di MILES
ed ogni anno ne vengono create 1.500 miliardi. Ora capiamo che non si
tratta affatto di un affare marginale. Nonostante questo, nessuno ne
parla...

Dalle MILES al WIR

Lasciatemi raccontare un'altra storia. Quella di 16 uomini d'affari svizzeri che
si ritrovarono periodicamente in un bar di Zurigo in un periodo di crisi
simile alla nostra. Essi si lamentavano parecchio: le loro banche - o
quelle dei loro clienti - avevano appena annunciato che avrebbero loro
ridotte le linee di credito. Senza quel sostegno, alcuni di loro si
sarebbero trovati nell'impossibilità di pagare ai loro fornitori quello
che avevano previsto d'acquistare. Decisero allora tutti assieme di
mettersi d'accordo per proseguire delle transazioni direttamente tra
loro, piuttosto che mediante la moneta bancaria. Quelli tra loro che
compravano, contabilizzavano dei debiti verso gli altri che vendevano.
All'inverso, questi ultimi beneficiavano di crediti verso i primi.
Questi debiti e crediti venivano espressi in una moneta comune
denominata WIR. Questo sistema monetario, che esiste dal 1934, è oggi
utilizzato da un quarto delle imprese svizzere. Gli scambi tra le
imprese quantificati in WIR rappresentano circa 2 miliardi di euro
all'anno. La Banca cooperativa WIR, la cui sede è a Basilea, conta circa
75.000 PMI tra i clienti. Anche di questo, nessuno ne parla. Quello che
affascina in questa storia è che il professore americano d'economia
James Stodder, che ha realizzato uno studio sull'impatto del WIR, ha
dimostrato che la stabilità dell'economia svizzera, la sua grande
capacità di resilienza in rapporto alle economie vicine, si spiega
proprio grazie a questa moneta parallela. Questa moneta funziona in
controcanto rispetto al Franco Svizzero. Ogni volta che c'è una
recessione nell'economia del paese, il volume degli scambi in WIR
aumenta. All'inverso, quando l'economia ritrova il cammino della
crescita, il volume di WIR in circolazione diminuisce. Questo
semplicemente perché qualsiasi uomo d'affari normale preferisce - di
fronte ad una possibilità di scelta - essere pagato in franchi svizzeri -
che gli permettono di acquistare in tutto il mondo - piuttosto che in
WIR, che non potrà che scambiare con le altre 75.000 imprese aderenti al
circuito nazionale. Se d'altronde c'è una stretta creditizia in moneta
nazionale, egli preferirà accettare pagamenti in WIR piuttosto che
rinunciare del tutto ad una vendita.

Convincere le banche

Il problema è che le banche non amano le monete complementari. Le capiamo. Nessuno abbandona a cuor
leggero una situazione di monopolio, quella che esse esercitano sulla
creazione di moneta e sul controllo degli scambi. E' un po' come
spiegare i benefici dei sofware di pubblico dominio a Bill Gates. Ciò
nonostante, questi nuovi sistemi si sono sviluppati senza di lui, a
dimostrazione che la partita è giocabile. Tanto più che i sistemi
monetari paralleli esistono e che le monete complementari si sviluppano
dappertutto nel pianeta. Quando ho cominciato ad interessarmi a questo
fenomeno, all'inizio degli anni 1990, c'erano circa 300 monete
complementari nel mondo, tra cui il WIR. Oggi ce ne sono più di 5.000 !
Per la stragarande maggioranza, non si tratta di sistemi commerciali ma
di modelli a vocazione sociale, su una scala troppo piccola per
risolvere il nostro problema dell'instabilità finanziaria cronica e
planetaria. Ma io confronto tutto ciò con l'esperienza aeronautica dei
fratelli Wright: si era dimostrato all'inizio del XX° secolo che volare
era diventato possibile. Ormai sappiamo che le monete complementari sono
possibili. Adeso si tratta di organizzarle correttamente e su una scala
dove queste possono fare la differenza. Da questo punto di vista, vi
posso citare numerose esperienze estremamente interessanti e
promettenti. Il TIME DOLLAR, per esempio, si appoggia sullo scambio di
servizi basati su di una contabilizzazione di debiti e crediti espressa
in ore tra individui. L'ora rappresenta 60 minuti nella maggior parte
dei paesi del mondo, quindi i rischi di inflazione sono a zero....
Esistono oggi circa 400 circuiti di TIME DOLLAR nel mondo.

Delle monete per lottare contro l'isolamento

In Giappone, un'esperienza di moneta locale permette di ridurre il
problema finanziario posto dall'invecchiamento della popolazione, una
delle maggiori sfide dell'umanità nel prossimo decennio. Circa il 20%
della popolazione giapponese ha più di 65 anni e 1,8 milioni di persone
hanno bisogno di un aiuto giornaliero. Si tratta di un problema
impossibile da gestire in modo durevole con un sistema monetario
monopolista ordinario... nel sistema giapponese del Fureai Kippu, messo
in atto dal signor Tsutomo Hotta, la moneta complementare permette di
finanziare qualsiasi aiuto che non è coperto dall'assicurazione
sanitaria: l'aiuto a domicilio, l'accompagnamento, la preparazione del
cibo, etc. Quando io rendo un servizio ad una persona anziana del mio
quartiere, mi viene accreditato il tempo speso su di un conto di
risparmio elettronico. Potrò usare quelle ore per pagare qualcuno quando
io a mia volta avrò bisogno di cure. Oppure posso trasferirle a mia
madre cosicché lei possa remunerare un membro della rete della sua
regione che aderisce al circuito e che le offra delle cure. Ci sono 487
sistemi di questo tipo in Giappone, che aiutano centinaia di migliaia di
persone. Potremo egualmente citare la rete Yamato Love (che sta per:
LOcal Value Exchange) lanciata dal sindaco della città di yamato che
conta circa 700.000 abitanti. Un terzo degli abitanti utilizza questo
sistema di moneta complementare, ciascuno creando il suo proprio
sotto-sistema utilizzando una carta di credito che permette di
contabilizzare e di effettuare gli scambi. Possiamo anche parlare delle
"Ithaca Hours" [1], una moneta locale creata nel 1997 a Ithaca, nello
stato di New York, o anche della rete tedesca del REGIO (RegioNetzwerk)
in cui sono operativi già 28 sistemi locali e 35 sono in fase di
avviamento. Il più conosciuto è il Chiemgauer [2] che funziona nel sud
della Baviera. In Francia, infine, il sistema SOL si appoggia ad una
carta di credito del tipo di quelle che usano a Yanato. Questo sistema
usa tre tipi di moneta: una moneta B2B - il SOL Cooperazione - le cui
unità equivalgono all'euro; una moneta sociale - il SOL Impegno - la cui
unità è il tempo, come nel caso dei TIME DOLLAR; ed infine una moneta
sociale denominata in euro sul modello dei buoni-pasto.

Cambiare di marcia

Ci sono progetti più ambiziosi in attesa di vedere la luce del giorno. Sette
città europee - tra cui Dublino, Bristol, Brema e Brussels - lanceranno
l'inverno prossimo un progetto INTERREG il cui scopo è la creazione di
una moneta che favorisce la riduzione di CO2. Il principio è molto
semplice: quando comprate una lampadina a basso consumo, per esempio,
ricevete un certo numero di punti. Questi punti sono utilizzabili per
comprare altri beni "verdi" che partecipano alla riduzione dei gas a
effetto serra. Potete ad esempio utilizzarli per pagare la vostra
bolletta elettrica "verde". Questa moneta dedicata imprime una direzione
all'economia stessa attraverso il consumatore. E' molto più efficace
dei sistemi di sussidi tradizionali. In California, ad esempio, ricevete
2.000 dollari se acquistate una vettura ibrida. Ma nessuno vi impedisce
di utilizzare questa somma per comprare un bihlietto aereo per le
hawai, che renderà inutile lo sforzo ecologico effettuato con l'acquisto
del vostro autoveicolo.
Un altro progetto, lanciato dalla regione delle Fiandre, in Belgio, mira alla creazione di un ecosistema di monete
complementari. Varie monete coabiteranno e ciascuna verrà dedicata ad
un ruolo specifico la cui scelta è in corso. Gli scambi verranno
effettuati attraverso telefoni cellulari o carte d'identità elettroniche
utilizzabili come sistema di pagamento. Questo raggruppamento dovrebbe
permettere di raggiungere una certa soglia critica e di misurare
l'effetto di queste monete sull'economia. Abbiamo buoni motivi per
credere che la dinamica sarà molto positiva.

Un WIR europeo

L'ultima iniziativa di cui desidero parlarvi concerne l'internazionalizzazione
del WIR svizzero. L'obiettivo di questo progetto è di arrivare a
realizzare delle transazioni triangolari trasfrontaliere con questa
moneta locale così come oggi esiste in Svizzera. Le prime transazioni
pilota sono attualmente in fase di montaggio. Un gruppo d'acquisto
costituito da imprese svizzere che già utilizzano il WIR, ed anche una
centrale di compensazione internazionale funzionante in collaborazione
con la banca WIR, dovranno sostenere la rete in modo da permettere a
queste imprese di comprare all'estero. Gli scambi così generati
potrebbero rappresentare inizialmente circa 50 milioni di euro di giro
d'affari annuale per ciascun paese partecipante. Su questo stesso
modello possiamo immaginare la creazione di una moneta B2B utilizzabile
all'interno della zona Euro. Sono attualmente alla ricerca di una banca
capace di segurci in questo progettodi doppia moneta. Esistono già delle
banche di questo tipo: in Brasile, sono state lanciate negli ultimi tre
mesi 150 banche a doppia moneta, in modo da risolvere dei problemi
sociali. Queste banche propongono dei microcrediti sia in moneta
nazionale che in moneta locale.
Questi sistemi paralleli possono permetterci di risolvere la maggioranza dei problemi strutturali che il
nostro sistema economico e monetario attuale non riesce ad affrontare.
Per convincervene, fate una lista dei progetti che costituiscono delle
buone idee - secondo voi - ma che si realizzano per mancanza di soldi.
Eppure, le esperienze di cui vi ho appena parlato mostrano che quasi
qualsiasi cosa potrebbe sostituirsi a questo denaro che manca. In questa
prospettiva, le monete regionali appaiono come degli strumenti di
sviluppo molto efficaci, senza peraltro escludere la globalizzazione: io
posso accettare che questo computer venga fabbricato là dove costa meno
produrlo e che sia pagabile in moneta nazionale, ma posso volere allo
stesso tempo che le mie mele vengano dalla mia regione e che io possa
acquistarle in moneta regionale... I due sistemi possono di fatto
coabitare. Tutto dipende dalla nostra capacità di cambiare la nostra
mentalità.

Dibattito

Pensare il nostro futuro

Un ascoltatore: Essendo io stesso
all'origine del progetto francese SOL, sono evidentemente convinto
dell'interesse sulle monete complementari. Una delle ragioni di questo
interessamento risiede nel fatto che le monete complementari, che sono
delle monete dedicate, possiedono un potente effetto leva. Mi spiego
meglio: se voi iniettate 100 euro per risolvere un problema di salute,
il primo beneficiario di questo denaro potrà utilizzarlo per acquistare
un televisore coreano o giapponese. L'impatto dei vostri 100 euro su
questa problematica di sanità sarà dunque di 100. Per contro, se voi
date alla stessa persona una moneta dedicata alla sanità, essa dovrà
utilizzarla per risolvere a sua volta un problema all'interno del
circuito sanitario remunerando una seconda persona, a cui seguirà una
terza, una quarta e così via. In questo caso, l'impatto finanziario di
100 unità iniziali sarà di " n X 100 ", facendo "n" il numero di persone
attraverso le quali circolano le 100 unità/euro equivalenti. Il fatto
di avere delle monete dedicate ad una problematica specifica accresce
l'impatto della vostra iniezione monetaria. D'altronde queste monete
dedicate ad una fetta particolare della popolazione, o ad un determinato
impiego, sono filosoficamente necessarie per uno sviluppo duraturo che è
una cultura locale di non-espansione. Sono quindi necessarie per
pensare il nostro futuro.

Dopo queste note, vorrei sapere che cosa immaginate come architettura per
costruire il sistema europeo che voi evocate: si tratta di una
internazionalizzazione progressiva del modello svizzero del WIR o si
tratta di un sistema nel quale coabitano delle monete bretorni,
irlandesi e bache? Quali sono le vostre riflessioni?


Bernard Lietaer: Io penso che ci siano due universi dove occorre attivarsi: il
mondo degli affari e dell'impiego, che è strangolato dalla rarefazione
del credito, e il mondo civile, che include la sfera sociale. Per
l'universo degli affari, penso che occorre innanzitutto porre in essere
un sistema monetario parallelo che possa funzionare all'interno della
zona euro. Occorre concepirlo su scala europea a partire da unità
regionali costituite da gruppi d'imprese che accettano di lavorare
assieme e di regolare una parte dei loro scambi in moneta complementare.
La mia idea è di lavorare a livello regionale - la Bretagna, per
esempio - per quanto concerne l'amministrazione e l'organizzazione di
questi raggruppamenti d'imprese, ma di concepire l'insieme del sistema
su scala europea al fine di armonizzare l'unità monetaria di riferimento
e di meglio gestire i problemi di sicurezza. Al livello delle monete
civili o sociali, che hanno come obiettivo di indurre delle azioni non
spontanee e di orientarle verso una direzione utile per la comunità, la
mia idea è di lavorare al livello dei Comuni. A Gand, la città pilota
del progetto fiammingo, verranno introdotte dalle tre alle cinque monete
che utilizzeranno lo stesso sistema di pagamento, ma che hanno ognuna
un ruolo specifico: l'apprendistato, la riduzione delle emissioni di
CO2, l'incoraggiamento di giardini urbani commestibili, etc. Inoltre,
una moneta regionale si articola attorno ad una cultura. E' previsto un
budget di 1,7 milioni di euro dedicato solo alle attività culturali.
Oltre alle classiche sovvenzioni per le compagnie teatrali e per gli
organizzatori di concerti, distribuiremo denaro direttamente agli
utilizzatori locali attraverso una moneta dedicata. Gli abitanti
potranno scegliere liberamente a quale genere di spettacolo assistere,
così come possono scegliere di pagare l'ingresso in euro. Ma quelli che
non hanno mezzi, potranno decidere di aiutare un vicino di casa, di dare
corsi di matematica, in cambio di questi famosi "punti"... Le città
sono dei laboratori perfetti per questo genere di iniziative. L'idea è
di di far coincidere le "città a tema" - un tema culturale nell'esempio
di gand, ma potrebbe essere il tema dell'apprendistato o dello sviluppo
duraturo - e le "economie a tema". Le monete complementari sono
disponibili per creare una passerella ideale tra le due situazioni
tematiche.

E la solidarietà nazionale?

U.A.: Capisco bene l'interesse per le monete locali. Ho comunque una domanda
concernente le monete complementari su scala più grande, come voi la
presentate. Oggi abbiamo bisogno di una solidarietà nazionale per
finanziare l'educazione, le pensioni, il reddito minimo d'inclusione
sociale
(RMI,
in italia non esiste: 500 euro per una persona sola e circa 1.000 euro
per una coppia con due figli, più vari benedici e sconti su bollette.
anche cellulare, trasporti gratuiti, etc.)
, di cui ha bisogno la popolazione. Se noi
creiamo dei sistemi di monete parallele, chi paga l'IVA, le imposte o le
tariffe sociali ? In che modo questo contribuisce alla solidarietà
nazionale?


B.L.: La solidarietà nazionale mancherà sempre di più nel quadro economico attuale. Le monete complementari possono
giustamente aiutare i governi a trattare questo problema: basta definire
delle monete a vocazione puramente sociale e detassarle. Questo per la
semplice ragione che esse servono a risolvere dei problemi che, senza le
stesse, avrebbero un costo per i contribuenti. Il Time Dollar, di cui
vi ho parlato prima, è ufficialmente esente da imposte. Per contro,
tutti gli scambi commerciali realizzati con l'aiuto delle monete
complementari come il WIR sono offi tassabili in moneta nazionale.
Suggerisco tuttavia che parte felle tasse possano essere regolate in
moneta complementare che le imprese accettano tra loro. Questo
permetterebbe in cambio allo stato di acquistare con questa moneta,
presso le imprese che la accettano una parte di beni o di servizi di cui
necessita. Ciò facendo si creerebbero attività aggiuntive dando il buon
esempio.

Uno standard rispetto al baratto

U.A.: Mi ricordo di una sessione dell'École de Paris dove l'oratore era venuto ad
illustrarci le reti reciproche di scambi di saperi, di cui essa è
all'origine [3]. Il principio è il seguente: scambiare lezioni di
contabilità contro lezioni di pianoforte. Questo assomiglia a cioò di
cui parlate ma con l'assenza di moneta. Vi sembra la stessa cosa?


B.L.: E' qualcosa di simile. Tuttavia, come sempre nel baratto,
l'inconveniente del sistema risiede nel fatto che questo tipo di
transazioni non possiedono uno standard. Il miglior professore di
pianoforte non è necessariamente quello che ha bisogno delle mie lezioni
d'inglese. In questo caso mom è possibile fare la transazione. Niente
vieta invece di adottare una unità di conto comune - l'ora, per esempio -
che permette di facilitare la transazione. Il "buon" professore di
piano viene allora pagato in ore e non più in corsi d'inglese. Può
disporre della moneta per comprarsi il servizio di cui ha bisogno. Ed io
posso fornire i miei corsi d'inglese ad un'altra persona della mia
comunità che desidera apprendere questa lingua.

Ed il rischio comunitario?

U.A.: Desidero sottomettervi delle domande
rispetto agli effetti che comporterebbe lo sviluppo su grande scala
delle monete complementari quali voi ce le descrivete. Ho cinque
osservazioni che potrei formulare così: la prima riguarda i problemi di
regolamentazione, la cui assenza è in parte all'origine della crisi che
noi conosciamo. Quali sarebbero i sistemi di regolamentazione se il WIR
fosse scambiato tra 600 milioni di europei? potrebbero seguire dei
fenomeni mafiosi? La mia terza domanda verte sul rischio comunitario. La
quarta verte sul rischio di arricchimento per le banche grazie alla
loro attività di cambiavalute: a fronte di un acc**ulo di denaro nel
sistema, occorrerà reequilibrarlo tramite il prelievo di una
commissione. L'ultima domanda, infine, riguarda i posti di lavoro che
rischiamo di distruggere nell'economia classica creandone di nuovi
nell'economia parallela. Di fatto, il tempo che verrà consacrato agli
scambi che voi evocate, per gestire i problemi dell'invecchiamento, per
esempio, non sarà utilizzato per la creazione "classica" di ricchezza,
permettendo il pagamento di pensioni ai pensionati. Da questo punto di
vista, lo sbocco macroeconomico non mi pare garantito.


B.L.: I due primi punti cui alludete rappresentano dei pericoli potenziali
reali. Ma possono essere risolti allo stesso modo: tutti i sistemi di
cui vi ho parlato si basano su di una trasparenza totale verso gli
utilizzatori della moneta. Prima di cominciare una transazione con voi,
ho il diritto di visionare il vostro conto in moneta complementare e voi
avete il diritto di visionare il mio. Questa trasparenza in generale
allontana la mafia, che preferisce piuttosto dei sistemi anonimi ed
opachi. Quanto al rischio di arricchimento delle banche sull'attività di
cambio, questo non si presenta che in caso di convertibilità
automatica. Ma non è il caso delle monete complementari: il WIR esiste
da 75 anni e non è convertibile in franchi svizzeri. Allo stesso modo,
il Time Dollar non è convertibile in dollari: l'unità rimane l'ora. I
creatori di questa moneta presumono d'altronde che il tempo ha lo stesso
valore per tutti. All'inizio, nessun dentista accetta di farsi pagare
in Time Dollar. Ma se volete far funzionare il sistema in una società
complessa e dicersificata, potete adattare il sistema e permettere che
un dentista o un medico possano essere remunerati due o tre ore in Time
Dollar per una consultazione di 20 minuti. Se siete d'accordo con questa
proposta, allora la cosa può funzionare.

Un impiego o un lavoro?

La vostra domanda sull'impiego solleva un problema centrale. Risponderò in
modo radicale. Credo che l'idea secondo la quale esiste un lavoro per
ciascuno stia scomparendo con l'era industriale. Per contro, farei una
distinzione tra quello che gli Inglesi chiamano "job" - una attività o
un mestiere che si pratica per guadagnare soldi - e quello che chiamano
"work" per esprimere l'attività che si esercita per passione. Per fare
una distinzione tra le due, basta porsi la seguente domanda: se avessi
abbastanza denaro per vivere comodamente fino alla fine dei miei giorni,
continuerei a fare il lavoro che sto facendo? Se la risposta è "sì", si
tratta di una vera passione. In caso contrario, si tratta solamente di
un impiego, di un "job", come per la stragrande maggioranza delle
persone sul pianeta. Ebbene, io penso che il mondo dei "job" sta
morendo: non abbiamo più bisogno di 6 miliardi di individui per produrre
i beni e servizi di cui abbiamo bisogno. L'impiego non è la soluzione
del futuro. Il lavoro lo è. Le monete complementari permettono in un
certo modo di remunerare questo lavoro, e di farne una priorità. Per
rispondere alla vostra domanda sul comunitarismo, ho bisogno che mi
spiegate a che cosa fate riferimento.

U.A.: Volevo evocare il rischio di creazione dei circuiti di scambio chiusi che comporta l'utilizzazione delle monete
complementari utilizzabili in una comunità ristretta.


B.L.: Vi confesso che non capisco quale sia il problema nello scambiare un
corso di chitarra in cambio di una lezione da idraulico. In uno degli
scenari sviluppati nel mio libro, The Future of Money, evoco un mondo
nel quale non ci sarebbero che delle monete complementari locali senza
legame le une con le altre. Non parlo di questo. Un tale scenario
significherebbe una rottura completa con l'economia convenzionale, cosa
che non mi sembra né desiderabile né probabile.

Un ponte tra i bisogni senza risposta e le risorse sottoimpiegate


U.A.: Se voi doveste convincere i responsabili politici di una città di accettare una moneta complementare, quale sarebbero le domande che
porreste loro?


B.L.: Chiederei loro quali sono i bisogni e gli obiettivi che non sono soddisfatti sulla scala di quella città. In
altri termini, che cosa gli manca? Gli chiederei infine quali sono le
risorse che essi ritengono sottoimpiegate nella città stessa: la gente
senza lavoro, gli spazi vuoti e inoccupati, il cibo non consumato... Ce
ne è abbastanza su cui riflettere. La moneta complementare è un modo di
costruire un ponte tra questi bisogni senza risposta e le risorse
inutilizzate.

U.A.: Quello che dite mi fa pensare a quello che Keynes evocava nel suo studio
Prospettive economiche per i nostri nipoti, pubblicato nel 1930, nel
quale prediceva spiritosamente una depressione nervosa universale il
giorno in cui 15 ore di lavoro settimanale saranno sufficienti per
produrre tutti i beni di cui abbiamo bisogno: talvolta è difficile
sapersi organizzare senza questo "job" che ci fa vivere... La mia prima
domanda verte sull'articolazione tra la moneta complementare e la moneta
principale. Un'impresa che accetta il WIR può utilizzarlo per pagare il
suo personale? Esso accetterebbe questa forma di remunerazione e può
lui, con questa moneta, comprare quello che desidera? La mia seconda
domanda riguarda la nozione di fiducia, indispensabile perché una moneta
possa essere scambiata. Come si stabilisce questa fiducia? La scala
regionale è a vosto avviso quella più propizia per far nascere un tale
sentimento?


B.L.: In Svizzera, al di fuori delle imprese industriali, i settori alberghieri ed immobiliari accettano pagamenti in
WIR. Una parte del salario può essere pagata in WIR. La tredisìcesima
può essere pagata in WIR, a secondo dei casi. Esiste d'altra parte un
piccolo catalogo che indica tutti gli alberghi ed i ristoranti che
accettano i WIR in Svizzera. Questi scambi non rappresentano il grosso
delle transazioni in WIR, ma esistono comunque. In risposta alla vostra
seconda domanda, risponderò che la moneta e la fiducia sono una
tautologia. Si può creare la fiducia - all'interno di una comunità, per
esempio - e costruire una moneta basata su questa fiducia, oppure creare
la moneta giustamente col fine di creare fiducia e dei legami tra la
gente. In casi numerosi, le monete complementari sono innanzitutto
create perché gli abitanti di un quartiere si parlino !

Il WARA, una moneta fondente

U.A.: Potreste parlarci del WARA, la moneta
regionale che venne creata in Austria prima della guerra?


B.L.: Il WARA è una realtà nata in Germania, per essere precisi venne messo
in circolazione nel 1931 a Schwanenkirchen, una piccola città mineraria
della Baviera. All'origine, questa moneta era basata su un chilo di
carbone. Duemila imprese tedesche l'accettarono tra loro, preferendola
alla moneta nazionale dell'epoca. Fu solo dopo la proibizione da parte
del ministro tedesco delle Finanze che gli austriaci della comune di
Wörgl se ne ispirarono, sotto l'impulso del sindaco del paese. La moneta
di Wörgl era una moneta fondente, che aveva una tassa dell'1% del suo
valore tutti i mesi al fine di limitarne la sua tesaurizzazione. Il
Chiemgauer tedesco, di cui ho parlato prima, è anch'essa una moneta
fondente. Per mantenerne il valore facciale occorre, ogni trimestre,
incollare su ciascuna cartonota un timbro che rappresenta il 2% del suo
valore nominale. L'idea è di evitare di farne uno strumento di risparmio
favorendone piuttosto la circolazione come strumento di scambio.

U.A.: Esistono oggi dei mezzi di pagamento
efficaci nella sfera del commercio, come la carta VISA, per esempio, ma
come immaginate voi il futuro dei mezzi di pagamento interpersonali?


B.L.: Penso che il telefono cellulare costituisce il miglior supporto per gli
scambi da persona a persona. Le funzioni che permettono l'attivazione
di un borsellino elettronico esistono di già sulla maggior parte dei
telefonini. Basta attivarle. La tecnologia c'è. Paradossalmente, i mezzi
di pagamento più avanzati per le monete complementari si trovano nei
paesi in via di sviluppo, come il Kenya o il Kazakistan. Per la semplice
ragione che in quei paesi non ci sono banche da convincere per mettere
in atto il sistema.

Moneta e clima?

U.A.: In che modo le monete complementari potrebbero essere utili per risolvere i
problemi climatici?


B.L.: Per tentare di affrontare i problemi legati al cambiamento climatico, occorrerebbe che le imprese
come la EXXON MOBIL mettessero in moto delle strategie basate non sui
risultati finanziari del prossimo trimestre, ma su di un orizzonte di un
centinaio d'anni. Finché la loro preoccupazione sarà legata ai
risultati del trimestre successivo, questo non funzionerà. La veduta
corta, che è una caratteristica della nostra civilizzazione, è
programmata dal nostro sistema monetario. Per definizione, tutte le
monete che beneficano di un tasso d'interesse positivo scontano il
futuro. Ma per gli speculatori e la maggior parte dei dirigenti
d'impresa, questo futuro non supera i 5 anni. Non è sempre stato così.
Quando ci volevano dai 100 ai 150 anni per costruire una cattedrale, si
trovavano parecchie comunità disponibili a finanziarne la costruzione.
Non erano pazzi, ma possedevano semplicemente un modello monetario
differente che si basava sul modello del "demurrage" equivalente ad un
tasso d'interesse negativo. Nel medio evo veniva utilizzato questo
sistema ed incoraggiava i progetti a lunghissimo termine. Oggi lavoriamo
alla creazione di una moneta, la TERRA, che si basa su questo
principio. La TERRA è una ricevuta d'inventario di un paniere di materie
prime mondiali critiche, il cui costo di deposito viene pagato dal
portatore della moneta. Il suo tasso d'interesse è quindi negativo, come
i WARA ed il CHIEMGAUER, cosa che scoraggia di conservarla per troppo
tempo. Nel caso del TERRA, è il costo di deposito delle materie prime
sulle quali questa moneta si appoggia, che rappresenta un tasso
d'interesse negativo. E' lo stesso principio del pedaggio di un
parcheggio: il prezzo del parcheggio non svaluta il valore della vostra
automobile, ma vi costerà il lasciarla troppo tempo parcheggiata. Quando
si sconta una moneta di quel tipo, il lungo termine diventa
profittevole. Il TERRA è una moneta su grande scala che è stata
concepita in modo da convincere le imprese a pensare al lungo termine.
E' stata immaginata come una moneta suscettibile di sostituirsi ai
dollari nel caso che la moneta statunitense affondasse.

Il prezzo giusto


U.A.: Sono convinto del ruolo sociale della moneta complementare così come lo avete esposto, ma vorrei farvi una
domanda come imprenditore. Contrariamente a quello che è stato evocato
poco fa, io non penso che il problema della fiducia sia così difficile
da risolvere: è già stato in parte risolto con i dispositivi commerciali
come le tratte, dove si promette un pagamento ad una certa data futura.
Quello che piuttosto mi preoccupa è la questione del prezzo: come si
collega il prezzo di un bene ad un valore espresso in moneta
complementare? Non saprei, ad esempio, a quanti WIR vendere un bene che
io produco.


B.L.: Vi risponderò in modo molto semplice. Se è difficile guadagnare degli euro, è invece molto facile spenderli.
Vi basta invertire la direzione! In una moneta complementare, vi basta
sapere per che cosa la utilizzerete prima di incassarla. Se voi sapete
per che cosa spenderete i WIR, saprete bene quello che valgono. E'
tutto. Non è poi tanto più difficile che pensando in euro.


Note:

1] http://www.ithacahours.com

2] http://fr.wikipedia.org/wiki/Chiemgauer

3] "Offre
cours d’économie, demande cours de soudure
" : le succès des réseaux
d’échanges réciproques de savoirs Claire HÉBER-SUFFRIN, Jean-Jacques
PIARD, séminaire Vies Collectives, mai 1997.


Presentazione dell'oratore

Bernard Lietaer è stato attivo nel campo dei sistemi monetari per circa 30 anni
in una varietà inconsueta di ruoli. Alla Banca Nazionale del Belgio era
responsabile per la messa in opera del meccanismo di convergenza (ECU)
verso il sistema europeo della moneta unica. Durante questo periodo, era
anche presidente del sistema belga di pagamento elettronico. E'
l'autore di 15 libri pubblicati in 5 lingue, tra cui "The Future of
Money" tradotto in 18 lingue. La sua opera più recente in francese si
intitola: "Monnaies Régionales : De nouvelles voies vers une prospérité
durable". Maggiori informazioni sono disponibli sul sito:
http://www.lietaer.com
………………………………………………………………………………………….
L’Association des Amis de l’École de Paris du management organise des débats et en
diffuse des comptes rendus ; les idées restant de la seule
responsabilité de leurs auteurs. Elle peut également diffuser les
commentaires que suscitent ces doc**ents.
………………………………………………………………………………………….
Diffusion juillet 2009

Séminaire Entrepreneurs
Villes et Territoires
organisé avec le soutien de l’Institut CDC pour la
recherche, de la Caisse des dépôts et consignations et
du ministère de l’Industrie et grâce aux parrains de
l’École de Paris :
Air France
Algoé2
Alstom
ANRT
Areva2
Cabinet Regimbeau1
CEA
Chaire “management de l’innovation”
de l’École polytechnique
Chaire "management multiculturel
et performances de l’entreprise"
(Renault-X-HEC)
Chambre de Commerce
et d’Industrie de Paris
Conseil Supérieur de l’Ordre
des Experts Comptables
Danone
Deloitte
École des mines de Paris
EDF
Entreprise & Personnel
ESCP Europe
Fondation Charles Léopold Mayer
pour le Progrès de l’Homme
Fondation Crédit Coopératif
France Télécom
FVA Management
Roger Godino
Groupe ESSEC
HRA Pharma
IDRH
IdVectoR1
La Poste
Lafarge
Ministère de l’Industrie,
direction générale des Entreprises
Paris-Ile de France Capitale
Economique
PSA Peugeot Citroën
Reims Management School
Renault
Saint-Gobain
Schneider Electric Industries
SNCF1
Thales
Total
Ylios

1 pour le séminaire Ressources Technologiques et Innovation
2 pour le séminaire Vie des Affaires
(liste au 1er juillet 2009)

© École de Paris du management - 94 bd du Montparnasse - 75014 Paris
Tél : 01 42 79 40 80 - Fax : 01 43 21 56 84 - email : ecopar@paris.ensmp.fr - http://www.ecole.org

Ont participé : J.-É. Aubert, V. Bastien, P. Bernard, M. Berry (École de
Paris du management), D. Bretelle-Desmazieres, J.-C. Capelli
(Friendsclear), C. Ceron, F. Chery, J. Clade, J.-M. Cornu, M.-A.
Cotteret, R. Coulomb, S. Couvreur, P.-X. Dalloz, C. Damiba, N. de
Bremond d’Ars, N. Delcourt, R. Delorme, L. Deschamps (Prostective 2100 /
CNRS), Y. Dougin, A. Dulaure, Y. Fisselier, T. Gaudin (Prospective
2100), N. Gillio, H. Gourio, M. Hellouin, H. Hollanders, W. Kalonovski,
S. Latouche, J.-P. Lemaire, J.-M. Levy-Dreyfus (Gotapp Paytap), P.
Lukacs, H. Maillot, B. Mialaret, N. Paquet, G. Payan, J.-F. Perard, G.
Postel-Vinay (DGCIS), C. Riveline (École des mines de Paris), A.
Sauvaget, M. Tirel, I. Torrelli (Renault), P. Traska, J.-F. Susbielle,
A. Valabregue. F. Weill (École de Paris du management), J.-L. Winger.

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